De Gasperi e l'America

De Gasperi e l'America

Da una serie di documenti inediti la ricostruzione storica-biografica del leader democristiano del dopoguerra e della sua politica estera dominata dal rapporto con l'America.

Di carte nessuno ne aveva ancora trovate tante - a Washington, Independence, Londra, Roma - su De Gasperi e la sua politica estera, dominata dal rapporto con l'America. In questo libro esse vengono analizzate, lasciando tuttavia spazio al lettore per una propria interpretazione. La storia incomincia nel dopoguerra immediato - 1945 - e scorre lungo anni di lotte operaie, di sconfitte della sinistra, di lutti. Per finire nel 1953, con l'uscita di scena di De Gasperi. Dall'altra parte c'è un partito comunista agguerrito - armato, scrivevano i rapporti segreti americani -, che tuttavia dimostra l'inadeguatezza delle proprie scelte. Dopo la vittoria elettorale del 1948 - gli Stati Uniti vi avevano contribuito anche con fondi neri -, De Gasperi, per intimidire il PCI, sollecita il pattugliamento delle coste italiane da parte della flotta americana: ma a Washington non gli danno ascolto. Nel 1951, quando l'iniziativa viene dall'USA e chiede l'allontanamento dei lavoratori più combattivi, De Gasperi s'impegna personalmente col segretario di stato Acheson. I licenziamenti colpiscono a Livorno, Torino, Taranto, La Spezia. Anche la ricostruzione post-bellica viene disegnata secondo gli interessi degli Stati Uniti, erogatori di prestiti la cui reale portata viene qui riconsiderata. La politica di contenimento della spesa di Einaudi, ministro del bilancio di quegli anni e referente delle spinte liberiste americane, viene descritta senza indulgenze. Mentre si dà atto della lungimiranza di De Gasperi nell'avere sostenuto - anche contro forti tentativi d'ingerenza americani - la politica di Mattei in campo petrolifero. Era stato nel 1947 che De Gasperi, in cambio di un prestito e di qualche nave di grano, aveva invano proposto l'Italia come partner. Due anni dopo, agli Stati Uniti ancora dubbiosi, De Gasperi strappò l'ammissione dell'Italia nell'alleanza atlantica, ma negò in parlamento che ciò avrebbe comportato la concessione di basi. Quella sua dichiarazione nascondeva una realtà più grave, perché l'Italia aveva ormai smesso - forse senza più alternative - di avere una propria politica estera. Nico Perrone

Autore

Nico Perrone dal 1990 insegna storia in tre università danesi come professore ospite  e ha pubblicato con questa casa editrice De Gasperi e l'America (1995) e Il truglio (2000).

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