La sponda dell'utopia

La sponda dell'utopia

Traduzione dall'inglese di Marco Tullio Giordana, Marco Perisse
Titolo originale: The Coast of Utopia (Voyage, Shipwreck, Salvage)

La più grande opera teatrale di Tom Stoppard: la trilogia che ripercorre trentcinque anni di storia russa (1833-1868). Protagonisti sono l’anarchico Bakunin, il rivoluzionario filosofo Herzen, il critico letterario Belinskij e il romanziere Turgenev: i loro sogni utopici e le loro storie private, le passioni, le delusioni, le speranze, i tormenti.

HERZEN: Il dono della vita è nel suo scorrere. Solo noi umani vogliamo possedere anche il futuro. Se non riusciamo a costruire la nostra felicità, è presuntuoso oltre che volgare pensare di organizzare la felicità di quelli che verranno dopo.
Gli anni fervidi e appassionati del rivoluzionario Bakunin, del filosofo Herzen, del critico Belinskij, del romanziere Turgenev. Il quartetto dell’intellighenzia della remota Russia dispotica venuto a infervorare l’Ottocento europeo, con la foga delle idee e i dibattiti accaniti. Il grande drammaturgo Tom Stoppard li mette in scena penetrando attraverso le pieghe umane nella nebulosa delle nascenti idee che avrebbero toccato i nervi di due secoli. Un dramma che si svolge nel meraviglioso mescolarsi di pubblico e privato, di discorsi senza tempo e minuterie da saletta di servizio, di tragiche grandezze e timidi tentativi amorosi. Nel tinello domestico della vita quotidiana, dove il fallimento ideologico si accompagna al disastro personale.
L’intellighenzia russa fu un’energia trascinante: così, intorno alla cerchia dei quattro amici, prende voce e azione la costellazione umana delle barricate liberali, radicali, socialiste. In più o meno tutti, i cospiratori compaiono sul palcoscenico di casa Bakunin o di casa Herzen: c’è Marx, Mazzini, Louis Blanc, Ledru-Rollin, Kossuth, Arnold Ruge, Černyševskij, più la folla degli eroi d’un momento, intellettuali anonimi, comparse. Spesso sono laceri, a volte sono tristi, le disgrazie private li rendono scostanti e i loro comportamenti con le donne, o con la servitù, stridono petto a petto con i proclami di libertà. È la sponda dell’utopia; sull’altra sponda giganteggia la personalità di Aleksandr Herzen: e forse la trilogia di Stoppard può vedersi come la storia umana della presa di coscienza di questo ardito anticipatore dell’antitotalitarismo.
La sponda dell’utopia si articola in tre tempi: Viaggio, dal 1833 al 1844, nella tenuta russa dei Bakunin (quando Michail e gli amici Belinskij, Herzen e Turgenev sono intorno ai vent’anni); Naufragio, nell’esilio tra il 1846 e il 1852, a Parigi (del 1848), Dresda, Nizza; Salvataggio, nell’emigrazione dal 1853 al 1868, a Londra e Ginevra. Trentacinque anni nevralgici: la storia ideologica d’Europa rivive per figure nel ritmo incalzante del grande teatro, nelle battute ironiche e sferzanti, nei momenti di struggimento. Andato in scena a Londra nel 2002, in seguito a New York e Tokyo, La sponda dell’utopia sarà dato in Italia, a Torino e a Roma, nella primavera del 2012, per la regia di Marco Tullio Giordana.

Autore

Nato in Cecoslovacchia ma inglese d’adozione, Tom Stoppard (1937) oltre che per il teatro ha scritto per il cinema e la TV. Nel 1998 ha ricevuto il Premio Oscar per la sceneggiatura di Shakespeare in Love. Con questa casa editrice ha pubblicato Rosencrantz e Guildenstern sono morti (1998, 2019), L’invenzione dell’amore (1999, 2021) e La sponda dell’utopia (2012).

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