Una raccolta di memorie e note autobiografiche del noto pittore degli «italiani a Parigi».
Fausto Pirandello cominciò a pubblicare il suo quaderno di appunti («cose viste», ricordi, impressioni di letture e riflessioni sull'arte) nel settimanale «Quadrivio», negli anni della guerra; e continuò a pubblicarne di questi suoi appunti, su riviste come «Letteratura» e «Botteghe Oscure»: ma sporadicamente estraendoli a grumi di una certa concordanza tematica da una mole di foglietti che ora sappiamo ingente e di ingente disordine. Amorevolmente Maria Luisa Aguirre D'Amico, che le memorie della famiglia Pirandello alacremente coltiva - del nonno Luigi con l'Album di famiglia pubblicato nelle nostre edizioni, dello zio Fausto con questa raccolta - ne ha ordinato una parte, con preferenza per le note autobiografiche e di memoria dalle quali vien fuori, più immediatamente che da quelle sulla società, la letteratura e le arti, un Fausto Pirandello scrittore. E non sappiamo se e fino a che punto avrebbe gradito sentirselo dire, nel quasi ossessivo pudore - o paura - che sentiva nei riguardi della grandezza e della fama del padre: ma uno scrittore che somiglia, nell'attenzione alle cose, a Luigi Pirandello.
1 Gennaio 1987
La memoria n. 159
92 pagine
EAN 9788838904264
Non disponibile
Fausto Pirandello (Roma 1899-1975) inizia la sua attività di pittore negli anni Venti. A Parigi nel 1927 conosce Severini, Tozzi, de Chirico, Savinio: il gruppo dei cosiddetti «italiani a Parigi». Rientrato in Italia nel 1930, si stabilisce definitivamente a Roma. All'attività di pittore ha affiancato quella di scrittore pubblicando articoli di critica d'arte su riviste e giornali.
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