39 fotografie a colori
Erano le 6,30 di un freddo mattino di gennaio. Dall'altoparlante, la voce di un soldato italiano che parlava in serbo scosse i merli ancora addormentati sotto la pensilina della stazione di Kosovo Polje. Sarà stata la nebbia, ma da lontano, quel treno era uguale ad un qualsiasi altro treno di una qualsiasi altra stazione di provincia... se non fosse stato per quei finestrini rotti, la fiancata ammaccata dai proiettili e alcuni adesivi ONU appiccicati alle portiere.
Questo libro racconta della gente del Kosovo e del suo difficile dopoguerra. Secondo i criteri legali stabiliti dall'ONU è "kosovaro" chi ha almeno un genitore nato in Kosovo, chi vi ha abitato per almeno cinque anni consecutivi e possa provarlo. Essere kosovaro è, dunque, un'alchimia nella quale la dimensione etnica e viscerale dello ius sanguinis è sopraffatta dalla dimensione geografica e territoriale dello ius soli: non importa si tratti di serbi o albanesi, rom o gorani, si è kosovari se si nasce in Kosovo oppure da un genitore nato in quei 10.000 chilometri quadrati di terra scura, tra quesgli spostamenti millimetrici di confini che mutano di volta in volta il destino delle genti. I kosovari esistono: no, non sono i merli che dal tempo dei romani fanno i loro nidi a scodella sugli alberi di faggio, ma sono proprio loro, i serbi e gli albanesi, i turchi e i rom, i bosniaci e i gorani, che insieme formano il caleidoscopio kosovaro.
2002
La memoria illustrata n. 8
276 pagine
EAN 9788876811494
Marina Catena ha lavorato per la Commissione europea nel settore degli aiuti umanitari ed è stata per due anni in Kosovo come consigliere speciale della missione di pace Onu e in Iraq per la missione “Antica Babilonia”. Attualmente è funzionario del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. Dal 2005 è ufficiale dell’Esercito Italiano.
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