Napoli, nelle intenzioni del buon Dio, poteva essere per davvero un altro Eden luminoso in Terra, in certi angoli bui però qualcosa è andato storto, in mancanza di adeguati punti di luce. Se mancano i giusti spot, faretti denominati scuola, lavoro, famiglia, educatori, giuste opportunità e sane condizioni di vita, nessun paradiso in terra sarà illuminato, posto in buona luce, e poiché il buio è complice foriero d’ignoranza, miseria, fame, delinquenza, appare inevitabile scadere nell’illecito per procacciarsi altrimenti il necessario. In questo ultimo lavoro di Longo, però, l’autore si differenzia, va oltre: stavolta racconta di altri, dei buoni ad oltranza, e non dei cattivi loro malgrado. Solo che votarsi onestamente, con fatica, sudore, umiliazione e sconforto, per quanto possibile, alla mera ma onesta sopravvivenza quotidiana, equivale a scendere in guerra. Le vittime predilette sono sempre i più deboli, le donne e i bambini, le prime assai più delle seconde: e “Undici – per non dimenticare” di Andrej Longo è appunto la naturale prosecuzione del suo precedente lavoro “Dieci”, uno step successivo nella fortunata produzione dell’autore, un testo qualitativamente migliore, e però sempre uguale nella trama, nell’intreccio, nel vissuto, nel dolore, perché costante è la realtà riportata, seppure a distanza di qualche tempo. Si vede che servono ancora altri punti luce per rischiarare le vie, e le vite: in particolare, le vite femminili. Quelle di “Undici” allora sono atti unici, riportati con crudezza e realismo; Longo ha una scrittura asciutta, secca, senza fronzoli, è una voce garbata e rispettosa, che riporta letteralmente quanto vede, non ingigantisce, non esagera, nemmeno esaspera, gli basta descrivere le cose come stanno perché incidano, inducano alla riflessione.
Si tratta di dodici storie della periferia del mondo che non sono solo racconti ma soggetti cinematografici, teatrali o basi per podcast; scenari dove il lettore è chiamato ad interpretare segnali rapidi e forti in un coinvolgimento immediato ed imprescindibile. Si tratta di un libro davvero contemporaneo, lineare nelle descrizioni ma dai contenuti complessi; una lingua senza perifrasi mista al dialetto e al parlato quotidiano, con frasi brevi e brevissime ed un magistrale uso dei dialoghi che accresce l’aspettativa. E le aspettative, peraltro, non sono mai deluse ma sempre risolte in un dettaglio, un sentimento celato o appena accennato, un’ombra o una luce estemporanea a seconda dei casi. Protagonisti, in un palcoscenico di dolori e tormenti, sono le vittime innocenti. E verso di loro il racconto ci spinge ad avere un rispetto che diviene naturalmente quasi sacro, religioso, da dolore quaresimale. Perché Andrej Longo segue il binario del racconto ma contemporaneamente quello della riflessione culturale, sociale o psicologica. Perché la sua narrazione genera nel lettore un senso di responsabilità attiva, partecipativa, dove le storie diventano patrimonio personale che ognuno si porterà sempre dentro. Difficili da dimenticare.
25 Febbraio 2025
La memoria n. 1334
248 pagine
EAN 9788838947773
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4