Nuova avventura per Johann Friedrich von Allmen, investigatore per necessità, amante di libri ed esperto d’arte perennemente squattrinato. Dopo il caso delle libellule ha aperto insieme a Carlos, il profugo guatemalteco che gli fa da giardiniere, la Allmen International Inquiries, un’agenzia per il ritrovamento di oggetti d’arte scomparsi. Mentre le cose non vanno a gonfie vele arriva un incarico importante: recuperare il «diamante rosa», gioiello di valore inestimabile rubato a una festa.
I personaggi dei romanzi di Martin Suter appaiono fortemente figli della vecchia Europa: persone formali, eleganti, perdenti e decadenti, ma in realtà così profondamente radicate nelle loro esistenze da essere praticamente inestirpabili. Sono l’indimenticabile vecchio Koni di Com’è piccolo il mondo!, l’affascinante e timido signore de L’ultimo dei Weynfeldt e Johann Friedrich von Allmen dell’omonima serie, di cui questo Allmen e il diamante rosa è il secondo volume.
Tipico ricco-povero, di famiglia danarosa ieri poi decaduta, Allmen vive in tutto al di sopra delle sue possibilità, da vero dandy, conservando abitudini, comportamenti cortesi e splendidezze che non potrebbe più permettersi. Giunto alla mezza età, scampato fortuitamente al matrimonio e al fallimento, grazie al caso risolto nella precedente e prima indagine, quella delle libellule del grande Emil Gallé da lui ritrovate, ha fondato un’agenzia internazionale per la ricerca di meraviglie disperse, la Allmen International Inquiries (suo il motto: «The Art of Tracing Art»). In verità l’idea (e i capitali in buona parte) provengono dall’industrioso e destrissimo servitore guatemalteco Carlos, un immigrato clandestino, prodigo di suggerimenti offerti con rispetto ma da prendere molto sul serio, il quale con il principale ha sviluppato una filiale devozione, di fatto un’amicizia mascherata da rapporto di lavoro.
Nell’agenzia appena inaugurata le cose non vanno a gonfie vele. È quindi accolto come un colpo di fortuna il reticente procuratore che viene a offrire un incarico importante: recuperare il «diamante rosa», gioiello di valore inestimabile rubato a una festa. Ma perché rivolgersi proprio a un’agenzia così modesta? La risposta è affidata a zoppicanti ragioni e ad un compenso irresistibile. Carlos vorrebbe vederci più chiaro, sapere almeno chi è che paga; il suo principale però ha già speso parte della somma in acquisti superflui particolarmente necessari.
L’indagine porta Allmen in giro per hotel lussuosi, alle calcagna di un russo, ladro presunto; mentre Carlos resta a casa, dietro la cabina di regia del suo computer. La coppia di detective comincia a dubitare su chi sia il cacciatore e chi la preda, e sinistri indizi e tristi eventi costringono a spalancare gli occhi sul vero enigma. Per scoprire un mondo anonimo rapidissimo e feroce, dove si incrociano la finanza globale e la rete, e l’obiettivo è il dominio assoluto. Ma la scrittura distensiva e briosa di Suter, i suoi personaggi estetizzanti e autoironici, il ritmo tra la Pantera rosa e James Bond, mandano un messaggio che rassicura: chi ha stile si salverà.
2012
La memoria n. 894
240 pagine
EAN 9788838927065
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Martin Suter (Zurigo, 1948) ha lavorato come sceneggiatore televisivo, come reporter e in campo pubblicitario. Con questa casa editrice ha pubblicato L’ultimo dei Weynfeldt (2010), Com’è piccolo il mondo! (2011) Il talento del cuoco (2014, 2018), Montecristo (2015) e Creature luminose (2018); e, per il ciclo di Allmen, Allmen e le libellule (2011), Allmen e il diamante rosa (2012) e Allmen e le dalie (2015). I suoi libri sono stati tradotti in 32 lingue.
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