«Degno seguace di Patricia Highsmith e Ruth Rendell, con cui condivide l’arte di rappresentare personaggi machiavellici e di imbastire gialli impeccabili, Martin Suter ci regala una commedia brillante ambientata nel mondo dell’arte» (Livres Hebdo, Parigi).
«Epopea di un falsario» come è stato definito questo romanzo, ma anche un’insinuante, anticonformista riflessione narrativa sul falso nell’arte. Adrian, cinquantenne piacente, l’ultimo dei Weynfeldt, ha ricevuto in eredità dal padre un solido e vasto patrimonio, e dalla madre dei «danni educativi irreparabili»: così lui chiama la rigidezza dei modi, lo scrupoloso rispetto delle forme, il dominante impulso a compiacere, insomma una personalità e un comportamento che, in effetti, si ergono ineccepibili a barriera tra lui e gli altri, anche con chi varrebbe la pena di avere quale autentico e semplice amico. È in fondo la sua difesa dalla vita, la quale, senza mai maltrattarlo, mai lo ha davvero accarezzato. Artista senza genio, ha ripiegato nell’expertise di pittura per un’importante casa d’aste. Le sue giornate sono disciplinate dalla regola inflessibile che più sono uguali l’una all’altra, più il tempo rallenterà la sua corsa spietata. Naturalmente, la vita supera tutte le barriere. E infatti il destino gli presenta la giovane Lorena, una modella del tutto sregolata, che in più ricorda ad Adrian irresistibilmente il suo unico e tragico amore. Negli stessi giorni, un amico gli ha affidato per una vendita all’asta un quadro del pittore Félix Vallotton, dipinto dotato di un’affascinante, inusuale sensualità. Da questo momento, per caso e per necessità, il viaggio di Adrian attraverso l’esistenza cambia forma: da uguale routine dorata diventa una movimentata commedia di scambi, equivoci, suspense; e la distaccata, elegante rassegnazione si tramuta in una saporosissima vendetta del desiderio. Dapprima zimbello, il quieto esperto d’arte si scopre regista di una complessa cospirazione fortemente hitchcockiana. È la sua sfida alla vita. Martin Suter, è scrittore di sarcastiche commedie capaci di sorridere suadenti al lettore, (L’ultimo dei Weynfeldt è stato per settimane il più venduto in Germania). Il suo piglio è quello di strappare, pazientemente e metodicamente, ogni centimetro di superficie levigata alle prevalenti ipocrisie sociali (in questo del tutto interno alla graffiante tradizione letteraria svizzera che ha avuto in Dürrenmatt il suo apice poetico). Per lasciare in piedi, crollate quelle, solo un anarchico rimescolamento di bene, male e felicità.
2010
La memoria n. 809
344 pagine
EAN 9788838923517
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Martin Suter (Zurigo, 1948) ha lavorato come sceneggiatore televisivo, come reporter e in campo pubblicitario. Con questa casa editrice ha pubblicato L’ultimo dei Weynfeldt (2010), Com’è piccolo il mondo! (2011) Il talento del cuoco (2014, 2018), Montecristo (2015) e Creature luminose (2018); e, per il ciclo di Allmen, Allmen e le libellule (2011), Allmen e il diamante rosa (2012) e Allmen e le dalie (2015). I suoi libri sono stati tradotti in 32 lingue.
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